sabato 18 marzo 2017

Ore sette, lungomare di Crotone



Ore sette, lungomare di Crotone, conosco la città dal periplo della mia età. C’ho fatto le scuole superiori, ho portato i figli su tutte le giostre e in tutti i circhi, l’ho gustata in lungo e in largo partecipando e ideando eventi culturali.
E m’accorgo di non conoscerla abbastanza: su un volto familiare, all’improvviso, una luce nuova 

Il mio sguardo fisso sul mare, lo interrompe una staccionata da cui pendono rami: gemme sulle fronde alte, come belle ragazze affacciate ad un balcone, c’è un profumo di natura che scende a grappoli

Lascio la strada -che si sta facendo rumorosa- per la spiaggia e m’affianco all’onda: sfrigola piano, troppo piccola per una risacca esuberante, vince la dolcezza di un suono rotondo che voltola sull’acqua; qualche sparuto gabbiano sullo sfondo, cadono dall’alto -forse da una tasca nascosta- piccole scintille: è l’allegria di questo mare

In tasca il fedele mp3 -una lectio di Sini qualche canzone di De André-, la mia ombra che dalla rena si spalma indistinta sull’acqua, quel pescatore alla fine della scogliera, il desiderio di trovarmi sulla punta della sua lenza, così mi decido per questo silenzio fondo di cui è impastata solo la bellezza