giovedì 26 marzo 2015

Se muore un poeta (a Guido Passini)



Com’è strana, Signore, la morte
in quell’austera dignità che
s’annoda al corpo …

una fiamma gelida lo sbiadisce
mentre il sangue resta tiepido
dei tanti sogni interrotti

gli occhi serrati
guarderanno finalmente
in fondo al pozzo
forse un riflesso
come il baluginio
di una finestra al tramonto
e indicherai nell’Alto la Via.

Le nostre parole, tutte,
rimarranno alla soglia
-servissero a costringere, a legare
l’aria al respiro! …- le poche
saranno un sottovoce perché
il fondale muto non si sconvolga.

Ma se muore un poeta, Signore,
concedigli che il silenzio più ottuso
si faccia canto di una vita
alla vita che non muore e
si sposta altrove

è stato l’ultimo suo verso
ancora gli scintilla sulla bocca.