Il silenzio è d’abisso
la foglia si stringe al ramo
affretta il passo un randagio
anche i tetti si accucciano
l’un l’altro
ogni nuvola reclutata getta
un’ombra fugace sulla strada
ha un piglio sinistro
il gocciolio di una fontana,
la
chiave musicale ad una
furia immane.
Sfumano i colori
tutto si intona al ferro di
chiodi
i primi proiettili liquidi sui
vetri
sono bighe in corsa verticale
dal cielo artigli di luce e un
canto feroce
flesso a terra
il roseto che oscillava pietoso
invoca ora un qualunque perdono.