domenica 30 giugno 2013

Sotto il sole (sopra il cielo) di Alessandro Ramberti, Fara Editore


Non ho competenze critiche, tanto meno la saggezza che si matura negli anni di militanza in questo campo. Ho però sapori, più o meno nitidi, maneggiando da tempo, nel bene o nel male, qualche verso. Sapori blandi che restano come pietre alla battigia, l'onda le assottiglia fino a consumarle; sapori intensi che si fanno onda, parte del mio mare. Alcuni, così densi, faticano a rimanere nel pensiero che si slabbrerebbe perdendo pezzi se non dividesse il suo peso con la penna. Così, ho scritto sul libro di Alessandro Ramberti, Fara Editore, Sotto il sole (sopra il cielo).

Il primo impatto con questa silloge, nello specifico la prima lirica Da principio, mi ha dato molto, l'ho sentita una chiave di lettura: l'essenzialità, finanche di un articolo, che inanella il verso asciutto, di sonorità inconsuete, resta dentro con la potenza di un assioma: una speculazione così assertiva che non desta repliche; la sua forma, il suo porgersi, e' una mano tesa con slancio, come a rendere partecipe chi legge di un frammento di bello o di vero che, colto, non avrebbe senso di esistere per l'autore se non condiviso.

Addentrandomi nelle pagine -non so perché, non riesco ad individuarne la scintilla - ho avvertito come un battito prolungato del tempo: ogni poesia, si sa, è il riflesso di un tempo sospeso su cui incide l'umore, l'atmosfera del momento. Quella che si incontra nella silloge, si estende la profuma e la connota, è l’incedere sereno e fermo di un pensiero sempre alto che, più che col lettore - preso dalla sofficità di quel passo - pare voglia continuare a dialogare col suo autore. E Alex Ramberti ha molta familiarità con quel cantuccio dove lascia vibrare il suo diapason: ottima l’acustica, la nuova nota si innesta in una melodia di base, robusta e sempre intensa.

Viene "facile" la lettura perché il lettore si sente invitato a raggiungere da subito il suo di cantuccio, ma il virgolettato e' d'obbligo: se si familiarizza con l'atmosfera, le profondità raggiunte dal verso sfidano quelle del lettore. Alcune, salite ripide, per lo più sentieri, molte le liriche che accompagnano, più di altre, da una periferia al centro. Tutte, nessuna esclusa, profumano di vetta.

Angela Caccia

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